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Piano d’azione per “sostenere” l’Italia, ridurre la pressione lungo la rotta centrale del Mediterraneo e accrescere la solidarietà

Sufficienti le misure proposte  per raggiungere gli obiettivi esplicitati?

Nel  piano d’azione  presentato al Consiglio informale Giustizia e affari interni riunitosi a Tallin il  6-7 luglio, la Commissione europea chiede all’Italia di “creare capacità supplementari” nei centri di crisi, di aumentare l’accoglienza portando “la capacità di trattenimento ad almeno 3mila posti”, di alzare il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto Ue e di accelerare “in modo marcato l’esame delle domande di asilo in fase di ricorso” e infine di elaborare un elenco nazionale di Paese di origine sicuri.

Agli altri Stati membri, la Commissione chiede invece di venire più rapidamente incontro all’Italia nel ricollocamento e di contribuire maggiormente al rimpatrio dei migranti irregolari dall’Italia.

Da parte sua la Commissione si impegna a  finanziare un nuovo sistema di reinsediamento in Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, a  rafforzare gli accordi di riammissione con i Paesi di origine e di transito, ad aumentare gli stanziamenti per il Fondo fiduciario Ue-Africa e i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia con 35 milioni di euro.

Ma quale potrà essere l’efficacia di questo  piano in assenza di una volontà  politica da parte degli altri Stati di supportare i migranti e l’Italia?

Per una prima lettura critica del documento si rimanda a  http://www.marinacastellaneta.it/blog/piano-dazione-per-sostenere-rigorosamente-solo-a-parole-litalia-sui-flussi-migratori.html

 

 

 

 

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